IL BACINO DEL PLEISTOCENE MEDIO

IL BACINO DEL PLEISTOCENE MEDIO

Il bacino del Pleistocene medio

Per quanto riguarda la sedimentazione, il bacino del Pleistocene medio è soprattutto rappresentato da depositi a granulometria grossolana, prevalentemente ghiaiosa, che sono stati distinti in differenti unità stratigrafiche. Tra queste, la più antica è la “Formazione di Pescina”, in gran parte costituita da ghiaie di deposizione fluviale, estesamente affiorante tra Collarmele e Ortona dei Marsi, con spessore massimo dell’ordine dei 50 metri. Il tetto originario non è preservato, essendo i depositi troncati da superfici di erosione che culminano a quote dell’ordine degli 870 metri circa tra Carrito e Collarmele. La sedimentazione è da riferire prevalentemente a un corso d’acqua, con andamento simile a quello dell’attuale fiume Giovenco.
Nel settore orientale del Fucino sono evidenti ulteriori episodi deposizionali del Pleistocene medio, successivi alla “Formazione di Pescina” e ascrivibili ad ambiente prevalentemente fluviale, con riferimento a livelli di base non troppo diversi da quello relativo ai sedimenti sopra descritti. Questi episodi deposizionali sono stati attribuiti a due distinte unità stratigrafiche: la “Formazione di Casoli” e la “Formazione di Collarmele”.
L’insieme delle superfici di accumulo delle due più recenti unità e dei lembi della superficie di erosione sovrimposta alla più antica “Formazione di Pescina” era considerato, fino ai primi anni Novanta, come un’unica superficie, tradizionalmente nota come “Terrazzo di Pescina”.
Oggi, queste unità stratigrafiche non sono più prossime al locale livello di base rappresentato dall’alveo del Lago Fucino. Sono invece chiaramente sospese sul bacino, a costituire appunto il cosiddetto “Terrazzo di Pescina”, il rilievo sub-pianeggiante che si sviluppa in gran parte a S e a SE di Collarmele. Tale fisiografia è il risultato dei movimenti della “faglia della Strada Regionale Marsicana” che borda il rilievo stesso verso il Fucino. Si tratta in sostanza di una delle faglie il cui movimento ha consentito, nel corso di centinaia di migliaia di anni, il ribassamento dell’area del bacino e il sollevamento relativo del settore orientale, comprendente le citate unità stratigrafiche.