LE FAGLIE NEL BACINO DEL FUCINO

LE FAGLIE NEL BACINO DEL FUCINO

Le faglie nel bacino del Fucino

Il Fucino è un bacino di origine tettonica, cioè una depressione intermontana la cui formazione è legata all’attività di faglie nel corso di milioni di anni. In pratica, i movimenti ripetuti lungo queste fratture della crosta terrestre hanno portato al ribassamento del settore bacinale e al sollevamento relativo dei margini della depressione. Questa è la ragione per cui la fisiografia dell’area fucense è caratterizzata dall’area dell’ex-lago e dai rilievi montuosi circostanti. L’attività delle faglie ha creato le condizioni, col continuo ribassamento del bacino, per l’impilamento progressivo di un enorme spessore di sedimenti continentali: circa 1.400 metri nel settore nord-est, quello in cui il substrato marino1 è più profondo.
In sostanza, la storia geologica del Lago Fucino è in buona parte effetto dell’attività delle faglie e, senza queste, il bacino non sarebbe esistito come realtà fisiografica.
L’evoluzione del paesaggio nelle sue varie fasi è prevalentemente il risultato dei movimenti delle faglie note come San Benedetto dei Marsi-Gioia dei Marsi, della Strada Regionale Marsicana, del settore di Aielli (San Vittorino, La Foce,
Colle Felicetta), de I Tre Monti, Monte Velino – Monti della Magnola, del Monte Parasano, di Trasacco e di Luco dei Marsi.

LE INDAGINI PALEOSISMOLOGICHE

 

L’attività nel corso degli ultimi millenni delle faglie San Benedetto dei Marsi – Gioia dei Marsi, della S.R. Marsicana e di Trasacco è dimostrata dalla dislocazione di depositi di età olocenica.
Ciò è emerso chiaramente dalle analisi paleosismologiche2, che in gran parte nel corso degli anni Novanta furono condotte lungo queste faglie, tramite il rilevamento e la datazione dei sedimenti affioranti sulle pareti di trincee geognostiche o di scavi, effettuati per la posa in opera di tubature.
Quattordici siti analizzati nella Piana del Fucino fornirono indicazioni su singoli eventi di dislocazione, cioè su singoli movimenti
corrispondenti ad altrettanti eventi sismici.
Nel complesso è stato possibile stabilire che le faglie sopra menzionate hanno prodotto fagliazione di superficie3 in occasione del terremoto del 1915 e di altri sei eventi olocenici. Le stesse ricerche stabilirono che l’intervallo temporale tra questi terremoti varia tra 1.400 e 2.600 anni circa.

1 Si tratta delle rocce sedimentarie la cui deposizione avvenne prima dell’inizio dell’evoluzione geologica continentale e che non hanno relazione con la storia del lago.
2 Si tratta di indagini geologiche generalmente condotte mediante la realizzazione di scavi in corrispondenza delle faglie ritenute attive. La datazione delle unità stratigrafiche dislocate da una faglia consente di vincolare cronologicamente il movimento di questa. Le indagini permettono spesso di individuare singoli movimenti di una faglia.
Questi movimenti identificano antichi eventi sismici di cui la datazione delle unità stratigrafiche dislocate può fornire l’adeguato vincolo cronologico.
3 È il fenomeno per cui in occasione di un terremoto lo spostamento lungo la faglia raggiunge la superficie dislocandola. La dislocazione è in genere evidenziata da scarpate di altezza da centimetrica a metrica.