MESTIERI
Il materiale esposto apre uno squarcio anche sulla vita quotidiana, sulle attività economiche e sui mestieri. Ad esempio, la produzione di armi, probabilmente legata ad una parentesi legata al periodo delle guerre civili o il riferimento alla pastorizia transumante e alla produzione della lana e di tessuti, che potrebbe essere testimoniata anche dai toponimi Porta Fellonica, Fonte Fellonica, dietro cui s’intravede l’attività di fullones (tintori). La rappresentazione di una vanga e una zappa è un riferimento alle feste di Flora e potrebbe attestare l’esistenza ad Alba di una corporazione di giardinieri. La presenza di un cuoco, probabilmente un liberto, che era riuscito ad arricchirsi con questa attività fino a divenire seviro, si spiega forse meglio pensando che avesse operato al servizio di grandi famiglie non ad Alba, ma piuttosto a Roma, per poi far ritorno alla città natale e assaporare così la propria ascesa sociale
25 – Piccola ara funeraria in calcare, con culmine centinato e
acroteri angolari. I-II sec. d.C. (Avezzano)
D(is) M(anibus) s(acrum).
A(ulus) Ranius Pullo
et Avidia Succ essa
Avidio Felici
filio pientissimo
qui vixit annos
XIII et me(n)ses VI
et dies VIIII
posuerunt.
«(Questo sepolcro è) consacrato agli dei Mani. Aulo Ranio Pullone
e Avidia Successa posero al devotissimo figlio Avidio Felice, vissuto
13 anni, 6 mesi e 9 giorni»
26 – Ara funeraria in calcare, priva del culmine e rifilata per
reimpiego sul fianco sinistro.
I-II sec. d.C. (Chiesa di S. Bartolomeo – Avezzano)
Halicius
Marcio Fausto
liberto
sevir(o) Aug(ustali)
dendroforo sic
Albensi et
Trophime matri.
Sul fianco destro (ripassato con vernice rossa moderna):
Coco
optimo.
Sul fianco sin. (ripassato con vernice rossa moderna):
[Coc]o
[opti]mo.
«Alicio (pose) a Marcio Fausto, liberto, seviro Augustale e
dendroforo di Alba, e alla madre Trofima. Al migliore dei cuochi».